The Substitutes celebration of The WHO

Matteo Bonacini

Matteo Bonacini-Chitarra e voce

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Ho avuto la prima chitarra quando ero un monello di otto anni, obbligato da mia nonna che insisteva a dire che sarei diventato bravo, forse.

Mi divertivo a canticchiare canzoni per bambini tutto qui. Mi hanno iscritto al corso della parrocchia ma non mi piaceva molto, ogni tanto marinavo pure!!

Causa la mia svogliatezza, da adolescente, smisi di andare al corso ed ebbi un periodo di abbandono dello strumento anche se sotto sotto il mio progetto non l’avevo mollato. Qualche anno dopo organizzarono un corso di accompagnamento. Mi sentivo attratto; aveva l’aria di essere piú divertente di qulle noie di qualche anno prima e decisi di partecipare. Mi piaceva molto e imparai in maniera piú completa ad accompagnare. Avevo già diciassette anni e ascolatavo musica per qualche ora al giorno, oserei dire sempre. Mi piacevano gruppi come U2, Depeche Mode, Beatles.

Dopo un paio d’anni, circa 1993, incominciammo io e i miei amici a formare una sottospecie di gruppo musicale, non degna di nota sotto il profilo musicale ma solo sotto il piano dell’impegno che ci abbiamo messo. E’ di questo periodo la prima vera chitarra, una Fender Stratocaster.

Il primo gruppo degno di nota e con una propria identità lo abbiamo formato nel 1996 dal nome “Tide” come il famoso detersivo americano. Secondo i reggiani nel Tide si trovavano un sacco di sorprese e noi eravamo senz’altro una di quelle, eravamo anche convinti. Avevamo in mente di suonare un repertorio misto di pezzi nostri e cover che ci piacevano anche se non erano legate a un genere molto ristretto (Be my baby, I am the warlus, We can work it out, Hotel California).

In questo periodo sono andato un pò a scuola di chitarra, circa un paio d’anni.

Nel 1998 abbiamo avuto grossi cambiamenti all’interno della formazione e da allora fino al 2002 abbiamo fatto quasi solo pezzi di nostra produzione tranne pochissime cover tipo “Walk like an egyptian” e “Tainted Love”. Il nostro genere era di influenza brit-pop e i pezzi miravano soprattutto ad essere molto diretti, brevi e grintosi. Come arrangiamenti abbiamo sviluppato la nostra ricerca di piú sulle sonorità e sugli effetti che su virtuosismi tecnici che a nostro avviso non rendevano molto e appesantivano solamente i pezzi allungandoli. Gli strumenti dovevano aiutare a risaltare la melodia del pezzo e non contrastare mai con la voce.

Nel 2002 lasciai i “Tide” per motivi di lavoro ma mi rimaneva sempre forte la passione per la chitarra e per i gruppi musicali. Quando i mi chiamarono “The Substitutes” ero carico da matti anche se conoscevo pochissimo i pezzi degli Who. Come persone mi sono trovato subito bene e conoscendoli meglio mi sono trovato ad avere su molti fronti, anche le stesse idee. Suonare gli Who non ? per niente facile e continuo sempre a trovare qualcosa da imparare da quel gran chitarrista che ? Pete!! Noi puntiamo tantissimo sull’impatto col pubblico che non deve ascoltare un gruppo precisino e allo stesso tempo fiacco, ma una band che si lascia andare sui propri brani trasmettendo una buona carica anche a se stessi.

Piú che sulla teoria ho sempre lavorato molto sugli effetti che si possono fare con la chitarra. Il pedalino secondo me non deve stravolgere il suono della chitarra ma solamente dargli quel qualcosa in piú, molto delicato quasi inavvertibile che arricchisce il pezzo magari anche in uno spezzone molto molto corto saltando tra un suono e l’altro.

Long Live Rock

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